Sui binari della Rocchetta – Avellino

Sui binari della Rocchetta – Avellino

1024 683 Massimo

Un viaggio lungo 119km lungo le valli dell Irpinia, i suoi vigneti  e le architetture storiche della antica ferrovia ritrovata che tra borghi e paesaggi fluviali arriva in Puglia.

Consigliato da InLocomotivi

Il viaggio sulla Avellino Rocchetta è il racconto di un intero territorio e della costruzione del suo paesaggio. Completata nel 1895, realizzata con enormi difficoltà dovute alla complessa orografia dei terreni, la strada ferrata.

Una promessa che Ferdinando di Borbone fece al Principato Ultra all’indomani della “Napoli-Portici”, s’insinua nel cuore e nella pancia dell’Irpinia e si muove con una lentezza che consente al viaggiatore di godere, dal finestrino, la varietà, la mutevolezza, dei luoghi e delle stagioni, del paesaggio che scorre a 30 km/h.

Si può percorrere in più tappe, fermandosi una volta in un paesino – ce ne sono circa trenta sulla strada, di quelli arroccati, sull’Appennino Meridionale – e la volta successiva in un altro, oppure la si può percorrere tutta d’un fiato, godendola nella sua interezza.

In una bella giornata di primavera inoltrata o all’inizio dell’estate, a settembre o alla metà di ottobre, è ideale viaggiare a bordo delle vetture storiche di Fondazione FS, due affascinati ALn668 degli anni ’70, sapientemente restaurate dalla Fondazione, uniche sul territorio italiano, assegnate alla nostra tratta.

Le colline dell’Irpinia – Foto di Sabino Battista

Il viaggio, lungo 119 km, parte dalla Stazione di Avellino. Ricostruita nell’edificio principale dopo il terremoto dell’80, la stazione mantiene però alcuni originali manufatti relativi al primo impianto datato 1879; questi come tutta la linea sono oggi un bene culturale per decreto del MiBAC.

L’automotrice imbocca la strada che vira ad est verso l’Irpinia interna. Scavallando il fiume Sabato, il primo dei tre fiumi solcati e fiancheggiati dalla ferrovia, apprezziamo una delle numerosissime opere d’arte presenti sulla Linea: il Ponte Milano. In muratura di mattoni, il ponte curvo a 16 arcate disegna il paesaggio e si impone sulla città di Atripalda, maestoso.

Ci apre la porta alle valli irpine dei grandi vini, perfettamente disegnate, maniacalmente suddivise dai filari di un verde brillante alla fine della primavera e in estate e intensamente rossi in settembre e ottobre durante la vendemmia.

Foto di Sabino Battista

Attraversiamo l’areale del Fiano, con i borghi arroccati, e ad aprire quello del Taurasi, saltando il fiume Calore, troviamo un’altra meraviglia ingegneristica della tratta: il Ponte detto “Principe”, grandiosa opera in ferro di quasi 300 metri e 3 campate.

Lasciate le vigne alle nostre spalle, ci inerpichiamo sui monti del Parco dei Picentini incontrando i borghi delle castagne e dei tartufi per scendere infine verso la valle del fiume Ofanto, col quale la strada ferrata gioca a rincorrersi tra i campi di grano giallo, salutando a sud-est la Basilicata, fino ad arrivare in Puglia, a Rocchetta SA.

Qui il nostro viaggio termina, ma la scoperta è continua, oggi viaggio è unico. Un viaggio lungo 119 km lungo le le valli dell’Irpinia, i suoi vigneti  e le architetture storiche della antica ferrovia ritrovata che tra borghi e paesaggi fluviali arriva in Puglia.

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