Il cicloturismo in Italia è un movimento in crescita con 89 milioni di presenze e un impatto economico di quasi 9,8 miliardi di euro. I dati, presentati il 3 aprile al Forum del Cicloturismo all’interno della Fiera del Cicloturismo di Bologna organizzata da Bikenomist, emergono dal rapporto “Viaggiare con la bici 2025”, giunto alla quinta edizione e realizzato da Isnart-Unioncamere per l’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio in collaborazione con Legambiente.
Dal dossier sul cicloturismo in Italia nel 2024 emerge che i cicloturisti rappresentano più del 10% del totale dei turisti in Italia. Di questi circa la metà sono millennial, tra i 30 e i 44 anni d’età, con una capacità di spesa medio-alta in oltre la metà dei casi. . Più di 1 cicloturista su 3 viaggia in coppia (36,7%), il 31,1% in solitaria e il 27,5% con amici. Il 63,1% è influenzato da internet per organizzare e realizzare la vacanza su due ruote. Per l’alloggio, si prediligono gli hotel (per il 53,1%) e i B&B (19,5%).
Rispetto alla domanda cicloturistica lungo 10 ciclovie e ciclo-itinerari di Lombardia, Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Campania, Calabria e Puglia, emergono alcune elementi/aree di miglioramento che forniscono interessanti spunti di policy: gli ampi margini per attirare quote crescenti di utenza internazionale, attraverso azioni promozionali di sistema; la necessità di investire in sicurezza (punti di primo soccorso, ampliamento dell’offerta di punti di ristoro e riparo) e nella qualità e manutenzione continua della rete (miglioramento della segnaletica, incremento dei punti informativi, punti di noleggio bici, accessori e per l’assistenza tecnica qualificata). Infine, merita segnalare come si vada rafforzando la componente femminile della domanda, “intercettata” in particolare lungo le strade della Toscana (Ciclovia del Castelli, 63%); della Liguria (Ciclovia Arenzano-Varazze, 43%); della Calabria (Ciclovia dei Parchi, 41,4%) e dell’Emilia-Romagna (36,3%).
La crescita costante in termini di presenze e di impatto economico che ha caratterizzato il cicloturismo negli ultimi anni appare più frutto della capacità imprenditoriale privata che di una vera e propria policy di sistema. Una politica di valorizzazione del cicloturismo coordinata a livello nazionale consentirebbe di ottenere risultati ancora più sorprendenti; appaiono prioritarie, tra le altre, tre linee di lavoro: continuare ad investire per aumentare la sicurezza di chi pedala, sia attraverso coerenti interventi normativi che azioni di sensibilizzazione culturale; investire risorse adeguate sul Sistema Nazionale delle Ciclovie Turistiche; velocizzare l’iter per la definizione della figura della guida cicloturistica, armonizzando le norme regionali.
“Abbiamo voluto dedicare una sezione del Rapporto – spiega Sebastiano Venneri, responsabile Turismo di Legambiente – al racconto di una serie di nuove iniziative imprenditoriali generate dal cicloturismo e che hanno portato buona economia nelle aree interne del Paese. Dalla Liguria alla Sicilia abbiamo scovato numerose realtà che hanno permesso a tanti giovani di restare, in alcuni casi di tornare, mettere su famiglia e impresa in contesti segnati dal declino demografico: un bellissimo segnale di rinascita socio economica che vede nella bicicletta la protagonista assoluta”.