Da “Fa’ la Cosa Giusta” di Milano A.Mo.Do. – Alleanza che conta oltre oltre 25 associazioni italiane impegnate per la fruizione lenta del paesaggio – chiede al Parlamento nel giorno di insediamento di non fermare la rivoluzione dolce.
Prende oggi il via la XVIII legislatura italiana, in un momento storico in cui la mobilità dolce vive anche in Italia una stagione di grande crescita, anche grazie ai provvedimenti attesi da anni recentemente approvati su ferrovie turistiche, mobilità ciclabile e ciclovie e piccoli comuni con una attenzione al turismo lento nelle aree interne. Per questo, AMoDo – Alleanza per la Mobilità Dolce –, dal convegno “Mobilità dolce, il viaggio lento nel paesaggio italiano” di “Fa’ la Cosa Giusta” di Milano chiede di continuare a dibattere il tema, e chiede con forza risorse per realizzare infrastrutture efficienti oltre a dare seguito alle leggi finalmente approvate in chiusura della scorsa legislatura, ora in attesa di attuazione.
“Facciamo i nostri auguri a tutti i nuovi Parlamentari oggi insediati alla Camera e al Senato: il nostro auspicio è che prosegua l’impegno delle istituzioni, Regioni comprese, per la mobilità dolce. Ci sono diverse norme da attuare e vanno destinate nuove risorse per far crescere cammini, mobilità ciclistica e ferrovie turistiche – dichiara Anna Donati, Portavoce Alleanza per la Mobilità Dolce –. Per far diventare il 2019, Anno del Turismo lento, al di là dei proclami, davvero l’anno del boom della mobilità dolce e di una economia locale che porta crescita economica e rispetto dei territori”.
Del potenziale economico, sociale ed ambientale rappresentato dal settore, le associazioni riunite nella piattaforma A.Mo.Do. hanno discusso oggi durante il Convegno “Mobilità Dolce, il viaggio lento nel Paesaggio italiano”, organizzato all’Interno di “Fa’ la cosa Giusta”, che ha rappresentato anche l’occasione per fare il punto della situazione della rete dei cammini, le greenways, le ferrovie turistiche e i tracciati sospesi e dismessi e il sistema di ciclovie presente lungo tutta la Penisola.
In Italia se parliamo di ferrovie dismesse, a fronte dei 7000 km a disposizione, una piccola percentuale è stata restituita al pubblico e al territorio. L’offerta italiana è limitata rispetto al resto d’Europa dove si stima, che per le sole greenways nate da ex tracciati ferroviari, i km messi a disposizione del pubblico siano circa 19000 e, di questi, solo 800 si trovano sul nostro territorio.
Anche per le ferrovie turistiche si è da tempo aperta una nuova stagione che ha visto riportare il treno, grazie all’azione di Fondazione FS dal 2014 al 2017 che ha riaperto 600 km di “binari senza tempo” su 9 diverse linee ferroviarie turistiche, generando un’opportunità economica e sociale fatta di migliaia di utenti, indotto e ricavi. Numeri che lasciano ben sperare che i chilometri di ferrovie turistiche riattivate continuino ad aumentare, in un Paese che ha oltre 1600 km di ferrovie sospese, una immensa geografia ferroviaria di pregio e paesaggi da scoprire che potrebbero essere dei veri e propri volani per un turismo lento e sostenibile, anche grazie alla legge approvata per le Ferrovie Turistiche (legge 128/2017) di cui oggi si aspettano i regolamenti e i molti aspetti tecnici da approfondire.
Sul fronte dei cammini l’Italia vanta circa 9000 km solo considerando i 41 cammini storici messi a sistema dall’Atlante digitale dei Cammini del MiBact e un sistema turistico in esponenziale crescita in questi anni, sostenuto da progetti e risorse centrali, non ultima la legge per i Piccoli Comuni di fine 2017 (legge 158/2017) dove all’articolo 6 si parla proprio di circuiti turistico-culturali legati a cammini, greenways e ferrovie storiche.
Sul fronte della ciclabilità in attesa di vedere i risultati concreti della “Legge per la mobilità ciclistica” (Legge n.2 del 2018) e la realizzazione delle ciclovie finanziate dalle ultime leggi di Stabilità come vere e proprie infrastrutture, in Italia la bicicletta vive un nuovo slancio calcolato solo per il cicloturismo in un potenziale di 3,2 miliardi di euro l’anno, secondo uno studio realizzato da The European House Ambrosetti nel 2014.
Insomma un comparto che in Italia è ancora giovane ma in grande crescita, una giovane rivoluzione che ha bisogno di continuare ad essere incoraggiata da buone politiche tese ad individuare governance strutturate e partecipative, e a dare attenzione crescente al terzo settore, da sempre vero volano della tutela e della promozione della mobilità dolce.