Abbiamo riscoperto questo antichissimo pellegrinaggio al santuario micaelico garganico di Monte Sant’Angelo nel 2002. Il Santuario garganico fu meta privilegiata dei pellegrini sin dall’età longobarda, oltre che avamposto del mondo latino contro i domini bizantini e tappa obbligata per chi aveva come meta Siponto, l’antico porto d’imbarco per le coste del Vicino Oriente e per la Terrasanta. Il percorso, di cui sono ancora molto vive memorie e tradizioni, parte da Roma, Basilica di San Pietro, e si snoda lungo un tragitto carico di storia: tocca luoghi come Castel S. Angelo (Mausoleo Adriano) e come le catacombe di S. Sebastiano, che ci riportano alle origini del mondo cristiano; oppure centri come Arpino, Anagni ed Alatri, o sedi monastiche straordinarie come l’abbazia di Casamari o quella di Montecassino, al centro della cristianità medioevale. Fa riflettere il fatto, non certo casuale, che un percorso più ampio sulle tracce dei Monti dell’Angelo in Europa porta inevitabilmente ad una dimensione transeuropea e agli avamposti più cruciali della cristianità: a Mont St. Michel in Normandia, avamposto verso il nord; alla Sacra di San Michele, avamposto nelle Alpi; e infine, appunto, a Monte S. Angelo, avamposto verso l’oriente. Le grandi rotte di pellegrinaggio hanno fatto la comune civiltà europea. E certamente la via Micaelica è stata una di queste. E proprio per questo – pochissimi lo sanno – è stata un Itinerario Culturale Europeo, purtroppo poi non più rinnovato. Ma certamente la via Micaelica è un percorso storico fondamentale per la storia italiana ed europea, attivissimo soprattutto dall’VIII al XIII secolo.
L’itinerario si snoda principalmente lungo gli assi viari storici viario Appia, Casilina (Casamari -Montecassino), Appia Traiana, Via Sacra Langobardorum (San Severo-Monte Sant’Angelo). Valore aggiunto del percorso riguarda la riscoperta di ambienti naturali di straordinario interesse, come gli altipiani del Molise, ancora tutti da scoprire e valorizzare, o lo splendido Parco naturale del Gargano, e la riscoperta di memorie – molto dolorose -di storia moderna. Camminare, ad esempio, nel tratto di Cassino permette di scoprire distese di cimiteri di guerra, ricordo di un conflitto che ha segnato la storia dell’umanità. Ma soprattutto, non lontano da Cassino un tratto bellissimo del percorso che collega Lazio, Campania e Molise attraverso l’antico passo della Nunziata Lunga, permette di toccare le rovine del paese di S. Pietro Infine distrutto dal secondo conflitto mondiale. La nuova città di S. Pietro Infine, risorta dalla distruzione, ha voluto lasciare intatte e protette queste terribili rovine, a monito perenne contro la guerra, come “luogo della memoria” di straordinaria e dolorosa suggestione, l’unico -forse -del genere in Italia.
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