Consigliato da: Associazione Nocetum – Consociata della RETE DEI CAMMINI
L’antico cavo romano per l’allontanamento delle acque della città imperiale di Milano, detto della Vettabbia, ha origine in quella che oggi è l’area del Parco delle Basiliche, dove in epoca romana era in funzione anche un piccolo porto di smistamento delle merci per il rifornimento della città.
Tale infrastruttura idraulica è ancora oggi considerata elemento caratterizzante della cosiddetta “Valle dei Monaci”, l’area del sudest Milano bonificata nei secoli dal paludamento ad opera, in particolare, dell’ampio movimento monacale, di cui ancora restano testimonianze vive nelle grandi Abbazie di Chiaravalle, Viboldone, Monluè e Mirasole.
Di recente, a cura dei volontari del Centro Nocetum, si è ipotizzata una riscoperta di quella che era la strada accostata a tale corso d’acqua, la quale intercettava molti traffici da e verso Milano, con il desiderio di riattivare questo antico ed emozionante tracciato in vista di una crescente domanda di camminatori provenienti da nord per raggiungere le tombe dei S.S. Pietro e Paolo, o dalla città eterna diretti alle destinazioni “franche” del nord Europa e a quelle compostelliane.
Il Cammino dei Monaci, così è stato ri-battezzato, ha origine giusto dal luogo delle Basiliche in Milano e attraverso i territori del sud-Milano e del lodigiano si immette sulla via Francigena di Sigerico all’altezza del transitum padi di Corte S. Andrea, in comune di Senna Lodigiana.
Molto ricco di suggestioni è il tratto milanese del Cammino e per chi oggi lo percorre a piedi o in bicicletta la prima destinazione è il Borgo di Chiaravalle: dalla Basilica di S. Eustorgio, parte di un grandioso impianto di monumenti religiosi di epoca paleo-cristiana, si incontrano altri monumenti sacri di grande pregio.
La Basilica minore di Santa Maria dei Miracoli presso San Celso, che accoglie un’icona miracolosa della Madonna, la chiesa di Santa Maria in Paradiso, dove S. Barnaba piantò la Croce e ancora oggi sede della festa del tredesin de marz, la Basilica di S. Nazaro in Brolo con le reliquie del Santo, la Chiesa sconsacrata di S. Pietro dei Pellegrini sul corso di porta Romana, un tempo parte di un grande complesso monacale con funzione di accoglienza e cura dei pellegrini e viandanti.
Più avanti, sul corso Lodi, si trovano la Chiesa di S. Luigi Gonzaga nel quartiere nato attorno all’antica cascina Gamboloita e al Vigentino e, all’imbocco della via S. Dionigi, una grande statua del Cristo benedicente, dalla tradizione popolare appellata come “El Signurun de Milan”.
Poco lontano da qui si giunge al borgo di Nosedo, con le sue cascine storiche tra le quali quella meglio utilizzata è la Cascina Corte S. Giacomo, comprendente la chiesetta paleocristiana dei S.S. Giacomo e Filippo, dove da tempo opera il Centro Nocetum, che gestisce attività di accoglienza e integrazione sociale, trasformazione e vendita di ciò che si produce nell’orto-frutteto, nonché attività didattiche legate a progetti di natura culturale e ambientale, sempre coniugate a gioiosa convivialità.
Dal Centro Nocetum, che è anche porta del Parco Agricolo sud Milano, il Cammino prosegue attraverso il bel Parco della Vettabbia, all’interno del quale si può anche visitare il grande impianto di depurazione delle acque di Nosedo, fino al Borgo di Chiaravalle, passando accanto a due altre cascine notevoli: la “Cascina Granda” e la S. Bernardo, in mezzo al verde del parco e ai prati coltivati a marcita.
All’uscita del Parco ci si trova nel Borgo di Chiaravalle, alle viste spettacolari della relativa Abbazia.
L’Abbazia di Chiaravalle, luogo topico del Cammino, affidata tuttora alla Congregazione di S. Bernardo dell’Ordine Cistercense, sorse a partire dal 1135 grazie alla volontà di San Bernardo di Clairvaux e al supporto dei milanesi.
Di grande rilievo gli affreschi seicenteschi, il coro ligneo seicentesco e la torre nolare, detta “Ciribiciaccola”, con gli affreschi trecenteschi.
All’ingresso sulla sinistra, si trova la cappella di S. Bernardo, detta “delle donne” perché a loro destinata in quanto, secondo la regola cistercense, esse non avevano normalmente accesso alla chiesa. La foresteria annessa offre ospitalità a quanti lo richiedono e durante la permanenza gli ospiti sono ammessi a vivere i ritmi della comunità.