Due appuntamenti particolari nella Giornata delle Ferrovie delle Meraviglie in Emilia-Romagna. Gian Guido Turchi

Due appuntamenti particolari nella Giornata delle Ferrovie delle Meraviglie in Emilia-Romagna. Gian Guido Turchi

1024 650 La Redazione

Vista lato binari della prima stazione di Rimini del 1861, in pieno Ottocento con un treno in partenza per Bologna.

Nei giorni 5 e 6 maggio scorsi si sono svolti due incontri che, con la caratteristica abbastanza singolare di essere itineranti e informali, hanno portato a un sostanzioso scambio di idee e di impressioni fra i partecipanti, di diversa estrazione, ma con conoscenza e particolare interesse per gli argomenti e il territorio oggetto dell’iniziativa.

Esterno della stazione di Rimini del 1914 vista dopo il 1926, quando una modifica del percorso dei binari portò il tram elettrico davanti al fabbricato. La stazione è riconoscibile ancora oggi, anche se i fabbricati e il serbatoio dell’acqua sullo sfondo non esistono più

Per quanto mi riguarda, come storico dei trasporti su rotaia, il giorno 5 a Rimini ho avuto occasione di illustrare alcuni aspetti della storia delle stazioni succedutesi fra il 1861 e il 1914. I partecipanti si sono poi spostati alla ex stazione di Rimini Marina, realizzata presso la spiaggia e sede un tempo del deposito rotabili e dell’officina della ferrovia per San Marino, interrotta dal 1944. Questa linea internazionale non è stata mai dimenticata e sempre oggetto di rievocazioni e di progetti di riattivazione mai giunti ad una fase di attuazione, anche se il fermento di idee ha portato, a San Marino, alla riapertura di un breve tratto di binario, percorso in determinate occasioni da un’automotrice elettrica originale, costruita nel 1931 dalla Carminati & Toselli per la meccanica e dal TIBB per la parte elettrica. 

La prima stazione di Forlì del 1861, anno dell’inaugurazione per tratte successive della ferrovia Bologna-Ancona. Sul piazzale sono visibili carrozze a cavalli urbane e diligenze per il forese.

Lasciata Rimini Marina, oggetto di un piano di valorizzazione attualmente in divenire, viaggiando sul TRC, Trasporto Rapido Costiero, una filovia completamente in sede propria, si è giunti a Riccione, rientrando poi con la linea storica “11”, filovia erede nel 1939 della tranvia elettrica giunta da Rimini nel 1927, a sua volta erede sul percorso urbano riminese di una tranvia a cavalli del 1877, prima realizzata in Emilia-Romagna, anche se caratterizzata, in origine, da un servizio operante solo nella stagione estiva. Il viaggio sul percorso tradizionale della “città lineare” ha dato modo all’architetto Bottini di illustrare ai partecipanti, in parte anch’essi architetti, le ex Colonie Marine visibili e di evidenziarne l’importanza nello sviluppo turistico della costa.

Lo stesso fabbricato di stazione dopo l’ampliamento del 1912.

Il giorno seguente appuntamento alla stazione di Forlì, che mi ha permesso di illustrare sommariamente la storia di questo impianto, inaugurato nel 1927 nell’attuale ubicazione, subentrando ad un altro fabbricato di stazione, aperto insieme alla ferrovia nel 1861, ampliato nel 1912 e tuttora visibile, anche se non più utilizzato nel suo scopo originario, poche centinaia di metri a nord dell’attuale. In compagnia di Elio Leoni presidente del locale Museo Ferroviario, ubicato negli uffici e nel magazzino un tempo utilizzati per le spedizioni di merci a Grande Velocità, si è visitato detto museo ancora in fase di sviluppo, dove la ricchezza di cimeli delle più svariate provenienze, integrati da plastici modello esplicativi con treni in movimento, ha potuto solo essere vista nel complesso, per ragioni di tempo, costituendo però per i presenti uno stimolo a tornare per una visita che renda ragione al grande lavoro svolto dai volontari che animano questa realtà ancora poco conosciuta, ma sicuramente destinata ad alte mete, grazie anche all’interessamento assicurato e già fattivo della Fondazione storica creata dalle Ferrovie dello Stato per la tutela e la valorizzazione di tutto quanto riguarda la storia dei treni.

L’imponente stazione di Forlì attuale, poco dopo l’inaugurazione del 1927, ubicata un poco più a sud della precedente in un nuovo contesto urbano.

In seguito, con un rapido viaggio in bus, si è andati a Predappio, singolare museo urbano diffuso, che ha permesso, grazie all’autorevole guida di Giorgio Frassineti, geologo ed ex sindaco, di meglio conoscere questa località tanto legata alla storia del “ventennio”. Nel ruolo di storico ferroviario ho potuto concludere i miei interventi accennando come per Predappio fosse stata prevista all’epoca una ferrovia elettrica di collegamento con Forlì, progetto rimasto sulla carta come tanti, troppi altri e spesso ben più importanti.

Gian Guido Turchi

 

 

 

 

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Le immagini sono provenienti da cartoline tratte dall’Archivio privato di Gian Guido Turchi

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