Di Anna Donati, Portavoce AMODO. L’Italia ha ottenuto 209 miliardi di euro tra sovvenzioni e prestiti per poter rispondere alla grave recessione economica scatenata dalla pandemia covid19, con i fondi stanziati dall’Europa con il Recovery Fund Next Generation EU. Questa cifra senza precedenti, pari a circa il 10% del PIL italiano, rappresenta per il nostro paese un’opportunità unica per una rinascita sostenibile e capace di futuro.
Nel campo del turismo si stanno affermando importanti novità come la crescita del turismo in bicicletta, dei cammini, percorsi e sentieri, dei treni turistici, delle greenways, all’insegna della riscoperta dei borghi e del vivere la natura.
Nuove opportunità si aprono per il turismo slow: in questi anni sono stati approvati piani, norme, progetti, si è parlato molto di sostegno ai piccoli comuni ed alle aree interne, mobilità ciclistica, cammini e treni turistici sono entrati nel confronto politico e istituzionale. Nuovi operatori si affacciano per promuovere economie locali e lavoro in questi nuovi settori del turismo sostenibile.
Le risorse del Next Generation EU devono sostenere concretamente, insieme a molti altri progetti utili al Paese, la mobilità attiva e il turismo sostenibile.
In verità nella Bozza di Piano Nazionale di Ripresa e resilienza a cui sta lavorando il Governo italiano (illustrata nel Consiglio dei Ministri del 7 dicembre) questi temi sembrano purtroppo ancora poco presenti. Si richiamano le ciclovie turistiche, vi sono riferimenti a borghi e aree interne, mentre cammini e ferrovie turistiche non sono indicate in modo esplicito e chiaro come sarebbe necessario.
E’ importante che dal confronto emerga uno spazio significativo per la mobilità attiva e il turismo sostenibile nel PNRR italiano: per questo chiediamo al Governo e ai Ministri competenti di essere consultati come Alleanza Mobilità Dolce.
La nostra Alleanza Mobilità Dolce è impegnata per far sentire questo punto di vista, delle nostre associazioni e dei territori, a sostegno della mobilità attiva, delle ferrovie locali e del turismo sostenibile, che devono meritare il giusto spazio nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Non dimentichiamo che il settore trasporti produce ben il 26% delle emissioni di CO2 in Italia, che non sono diminuite in questo comparto dal 1990, che dovranno essere ridotte con un -55% al 2030 e la neutralità climatica al 2050. Una sfida colossale e necessaria per trasporti e mobilità, a cui si aggiunge quella dell’urgente innovazione industriale, turistica e della riconversione del lavoro e dell’occupazione.
Per il settore trasporti in particolare, queste risorse offrono l’occasione di colmare in larga parte il deficit rispetto agli altri paesi europei in termini di sostenibilità, qualità dell’aria, ciclabilità, percorsi pedonali e cammini, riqualificazione dello spazio pubblico, trasporto collettivo, potenziamento delle ferrovie locali e treni turistici.