AMODO esprime pieno appoggio alla posizione del Gruppo regionale CAI Umbria, contrario all’emendamento della Regione Umbria che permette la libera circolazione dei mezzi a motore (jeep e moto enduro) sulla rete sentieristica umbra.
“Come prima associazione che in Italia si occupa della tutela della montagna e della manutenzione dei sentieri, siamo basiti da una decisione di cui non capiamo il senso e l’utilità. Auspichiamo una retromarcia immediata da una scelta che ci appare anche una mancanza di rispetto ai volontari Cai di tutta Italia che dedicano il loro tempo alla cura di questo bene comune”, afferma il Presidente generale del CAI Antonio Montani.
Come spiega il Presidente del CAI Umbria Gian Luca Angeli, l’emendamento ai disegni di legge relativi al bilancio della Regione Umbria, approvato il 20 dicembre scorso, consente di fatto la libera circolazione dei veicoli a motore sulla rete dei sentieri escursionistici umbri, sulle mulattiere, i viali parafuoco e le piste di esbosco e di servizio a boschi e pascoli. Il transito sarebbe vietato solo in presenza di specifici cartelli di divieto, il cui costo unitario è di 75 euro.
“L’installazione comporterebbe dunque un altissimo esborso di fondi pubblici. Basti pensare che solo la rete sentieristica tracciata e gestita dalle nostre Sezioni conta 444 tracciati, per un totale di oltre 3600 km. A esse si devono aggiungere altre migliaia di km dei tracciati montani di servizio“, afferma Angeli. “Senza parlare del rischio di colpire duramente e impoverire il grande patrimonio naturalistico, storico e ambientale dei territori montani della nostra regione, che costituisce un grande valore aggiunto sotto l’aspetto turistico”.
Ieri in piazza a Perugia ben 25 sigle di associazioni, da quelle ambientalistiche a quelle di escursionismo, chiedevano un confronto con la Presidente della Regione Donatella Tesei. Il delegato all’ambiente del Club Alpino Italiano Mario Vaccarella aggiunge: “Permettere il passaggio dei mezzi motorizzati sulla rete sentieristica in assenza di specifica segnaletica di divieto è contro ogni azione a tutela dell’ambiente e delle montagne. Sono situazioni come queste che ci fanno comprendere l’importanza del nostro ruolo per contestare decisioni che non rispettano i territori montani, la loro salvaguardia e la loro valorizzazione”.