Di Alessandra Bonfanti, Legambiente. Presentato ai primi di novembre al Bike Summit 2020 online il secondo Rapporto sullo stato e di numeri del cicloturismo in Italia. Stiamo parlando di una delle espressioni più innovative ed interessanti del cambiamento in atto nel turismo e rappresenta un’opportunità concreta per molte destinazioni di rigenerare la propria offerta turistica. Fonti nazionali ed internazionali confermano la crescita di questo settore che si accompagna all’aumento del numero di tour operator specializzati – sia italiani sia internazionali – e alla costituzione di club di prodotto legati alla bicicletta. Anche in Italia il cicloturismo sta vivendo una fase di espansione: sta crescendo, in modo evidente, la domanda di esperienze turistiche specifiche associate alla bicicletta, talvolta autorganizzate, talvolta disegnate col supporto di tour operator specializzati. In tal senso, la preparazione di questo secondo Rapporto sul cicloturismo in Italia ha fornito a Isnart e Legambiente l’occasione per interpellare i principali operatori italiani che operano nell’ambito del bike tourism e fare il punto sulla situazione.Ne è venuto fuori un quadro articolato delle dinamiche in atto e sostanzialmente incoraggiante, considerando che solo nell’ultimo anno il fatturato connesso alla vendita di pacchetti per cicloturisti ha fatto registrare un incremento medio di circa il 30%.
I dati raccolti nel 2019 dal Rapporto Legambiente Isnart 2020, si sono concentrati su alcuni aspetti del cicloturistico in Italia, come l’entità e le caratteristiche settoriali dell’economia cicloturistica; le modalità attraverso le quali si distribuiscono sul territorio i flussi di cicloturisti italiani e stranieri; il profilo del “cicloturista tipo”, descrivendo le sue preferenze ed i suoi comportamenti prima e durante il soggiorno. In totale, il solo cicloturismo nel corso del 2019 ha generato circa 55 milioni di pernottamenti, pari al 6,1% di quelli complessivamente registrati in Italia, con una spesa complessiva di 4,6 miliardi di euro, pari al 5,6% dell’intera spesa turistica generata in Italia. Tra i cicloturisti che viaggiano sulle strade e ciclabili del nostro paese, oltre il 63% dei pedalatori è composto per lo più da viaggiatori internazionali: Quindi il peso economico della componente internazionale da sola arriva quasi 3 miliardi di euro/anno.
Il report indagare sulle abitudini di alloggio e ristorazione dei cicloturisti: si scopre che il 64% del budget di viaggio degli stranieri serve a coprire le spese per mangiare e alloggio; tra gli italiani la spesa per queste due voci scende leggermente al 61%. Da quanto emerge dal rapporto chi si muove per le vacanze in bicicletta è solitamente un turista “benestante”, la cui spesa media giornaliera si attesta sui 75 euro. Anche per questo i cicloturisti stranieri spendono per l’alloggio quasi il doppio degli italiani: ricercano solitamente maggiori livelli di comfort e in generale optano per a con preferenza per quelle di livello alto (più di un quarto dei viaggiatori provenienti dall’estero alloggia in hotel 4 e 5 stelle a fronte del 9% degli italiani). I cicloturisti mostrano una frequentazione di ristoranti e pizzerie superiore a quella dei turisti più classici. Chi viaggia in bici ha molto interesse per l’enogastronomia locale, al 5° posto tra le motivazioni di soggiorno del cicloturista, solitamente al 12° per gli altri.
Legambiente e Isnart analizzano nel report i 3.250 chilometri di percorsi cicloturistici del Trentino, stimando che siano capaci di attrarre ogni anno circa 16 milioni di turisti, su un movimento complessivo di oltre 100 milioni, attivando un volume d’affari di oltre 1 miliardo di euro come spesa turistica. Da cui emerge quindi che ogni chilometro di ciclabile (considerando un costo di costruzione variabile tra i 30 mila ed i 170 mila euro, con oneri di manutenzione tra i 2 mila ed i 6 mila euro annui al km) sia in grado, in media ogni anno, di generare un impatto economico di circa 338 mila euro. Pertanto se l’intera rete ciclabile del nostro paese fosse pienamente e stabilmente impiegata, applicando ad essa la spesa al km del Trentino, l’impatto del cicloturismo sarebbe in media oltre 5 volte quello attuale.
In ultimo viene ripreso un approfondimento di tipo geografico: il cicloturismo è un fenomeno che riguarda sostanzialmente le Regioni del Nord Italia, dove Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna sono il punto di partenza di quasi la metà dei cicloturisti italiani, seguite da Toscana e Piemonte. I cicloturisti che scelgono di trascorrere le loro vacanze in Italia optano per lo più per le regioni del Nord dotate di molti chilometri di piste ciclabili e numerosi servizi in più rispetto al Sud. Una sollecitazione importante per spingere sulla realizzazione di servizi ad hoc per i viaggiatori in bicicletta anche nelle Regioni del Mezzogiorno d’Italia.
Nel 2020 il turismo di prossimità ai tempi della pandemia, ha incoraggiato realmente il cicloturismo in Italia e vedremo nel prossimo rapporto 2021 con quali numeri e dimensione economica. Intanto è essenziale che sia accelerata la realizzazione della rete cicloturistica italiana, incrementate le risorse destinate a questo scopo da recuperare anche all’interno del Recovery Fund, il piano di spesa europeo per la ripartenza 2021-2026.
Per saperne di più leggi qui la presentazione del 2° Rapporto Bike Summit 2020
Qui puoi scaricare l’intero 2° Rapporto “Viaggiare con la bici. Caratteristiche ed economia del cicloturismo in Italia” Legambiente-Unioncamere- Isnart. Novembre 2020