Un Manifesto “Per città 30 e strade sicure e vitali”

Un Manifesto “Per città 30 e strade sicure e vitali”

717 1024 La Redazione
E’ stato presentato a Roma con un convegno il Manifesto condiviso e firmato da molte associazioni che lavorano per la sicurezza sulle nostre strade, tra cui l’Alleanza Mobilità Dolce.
Istituzioni e cittadini si uniscono contro la violenza stradale: nasce così il Manifesto per città a 30km/h anche in Italia, promosso da Fondazione Luigi Guccione insieme a Legambiente e Rete Vivinstrada, condiviso e firmato dal Ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili, Anci, Aci, Fiab, Asvis, Ancma, Kyoto Club, Amodo, Associazione Pietrobono, insieme a Jean Todt, inviato speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per la sicurezza stradale.
“Per una nuova mobilità, per città più belle con l’obiettivo ‘zero vittime’ sulle nostre strade, sia per muoversi ogni giorno nelle aree urbane che nel tempo libero con il cicloturismo”, ha sottolineato Alessandra Bonfanti, Comitato di gestione di AMODO, che oggi è intervenuta al convegno di presentazione del Manifesto “Per città 30 e strade sicure e vitali”, a sostegno della campagna comune delle associazioni.
Obiettivo del Manifesto è combattere la violenza stradale affinché le persone possano essere di nuovo al centro dello spazio pubblico, partendo dai più fragili – soprattutto dai bambini, pedoni, ciclisti, disabili, anziani, ma anche automobilisti e motociclisti (che da soli ammontano a 2.24 dei 3.173 morti e 17.600 feriti gravi registrati nel 2019, fonte Istat).

Sono tre gli impegni principali che emergono dal Rapporto: realizzare le “Città 30”, moderando la velocità nelle strade urbane di quartiere appunto a 30km/h, realizzando dei ‘living streets’ dove lo spazio pubblico viene restituito dalle macchine alle persone; garantire (grazie alla tecnologia e al nudging) l’applicazione del rispetto delle norme di una guida corretta, con il rispetto dei limiti di velocità; prevedere una legge per l’assistenza alle vittime di violenza stradale.
Si tratta quindi di attuare politiche attive già in molte capitali europee come Amsterdam, Copenaghen, Parigi, Berlino, Barcellona, Valencia, Bilbao, Bruxelles, Bruxelles, Londra, Madrid.
Il nostro Paese è in ritardo.
“L’obiettivo zero morti e feriti gravi sulle strade, assunto a livello sia internazionale (ONU) che europeo (UE) – dichiarano i promotori del Manifesto – richiede un’alleanza fra tutti gli utenti della strada per la tutela primaria della vita umana e impone nuove politiche più rapide ed efficaci, in grado di cambiare le città, le strade, il sistema della mobilità, gli stili di vita e di guida, per fermare la strage stradale e contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici”.

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