Il nuovo Codice della Strada è stato approvato a marzo in prima lettura dalla Camera e se ora il Senato non lo modificherà diventerà legge. Per questo un gruppo di esperti e tecnici della mobilità – tra cui Anna Donati – ha sottoscritto un appello comune per chiedere che il testo non venga approvato e che venga modificato in modo consistente, per favorire sicurezza stradale, Vision Zero e mobilità attiva, autonomia dei comuni nelle scelte che riguardano i loro territori e lo spazio pubblico.
Il testo è in discussione nella Commissione Trasporti del Senato, che sta esaminando il Disegno di Legge C.1435/S.1086 di modifica del Codice della Strada presentato dal Ministro Salvini, ribattezzato dalle Associazioni per la sicurezza stradale come “Codice della Strage”.
Il documento redatto a cura di Andrea Colombo (esperto legale in materia di sicurezza stradale e mobilità sostenibile) e Alfredo Drufuca (responsabile tecnico di Polinomia srl) analizza dettagliatamente tutti i punti rilevanti del DDL e li legge assieme ad altri due dispositivi nel frattempo emessi e operativi: la Direttiva sulla disciplina dei limiti di velocità nell’ambito urbano, emessa per contrastare Bologna Città 30, e il Decreto Autovelox, atto che regolamenta le modalità di collocazione e uso dei dispositivi per il rilevamento a distanza del superamento dei limiti di velocità.
Dalla lettura del documento emerge un quadro tanto chiaro quanto desolante: in Italia si continuerà a morire per non negare a chiunque la libertà di usare come gli pare e dove gli pare la propria automobile. Una delle principali critiche riguarda la delega al Governo per riscrivere l’intero Codice attraverso decreti legislativi e atti regolamentari. Questo potrebbe limitare l’autonomia dei Comuni nell’implementare infrastrutture ciclabili e misure per la sicurezza stradale a livello locale. Inoltre, le disposizioni proposte potrebbero indebolire gli sforzi per contrastare l’incidentalità, aumentare l’inquinamento e ostacolare la promozione di una mobilità sostenibile. Gli esperti sottolineano che il nuovo Codice della Strada potrebbe andare in contrasto con gli obiettivi della ‘Vision Zero’ – cioè, l’obiettivo di zero morti sulle strade – e della costruzione di una mobilità civile, mettendo a rischio la sicurezza stradale e l’ambiente urbano.
Qui il testo dell’appello